L’INSONNE
(Mondadori, 2005)
Berlino 1945: l’SS Doktor Martin Krieger è un criminale che fa esperimenti su bambini e adolescenti. Nella sue casa-clinica sul Wannsee cerca di tenere svegli giorno e notte i suoi giovanissimi “topi di laboratorio” per trovare la ricetta che permetta agli invincibili soldati tedeschi di resistere sempre meglio alle fatiche guerresche. Suo figlio Max – anch’egli una “cavia” in anni non lontani e ora passato dalla parte degli aguzzini – incontra due vittime degli esperimenti, due coetanei legati fra di loro e destinati a segnare la sua vita. Sophie, è una bellissima e fragile mezza ebrea. Thomas uno zingaro dal temperamento artistico e ribelle. Max finirà per amare Sophie e per disprezzare Thomas, che lo ricambierà con un odio tenace. La catastrofe finale del Reich e di Berlino divide i tre protagonisti per sempre prigionieri dei loro ricordi e delle loro ferite.
Parigi 1960: Thomas è in città con il suo circo; Sophie è diventata attrice ed è venuta a girarvi un film; Max, che non ha mai perso la speranza di trovarla, è diventato un illustre psichiatra alla clinica della Salpêtrière. Il commissario Riboulet della Sûreté, che ha per le mani una serie di singolari delitti – a tutte le vittime sono stati strappati gli occhi – chiede aiuto a Max, in qualità di psichiatra, ma finisce per sospettare di lui per il suoi strani legami con ciascuna delle vittime. Nella caccia a un assassino Max, Thomas e Sophie finiranno per trovare molto di più: quel drammatico mondo dell’adolescenza che credevano essersi lasciati per sempre alle spalle.
Un romanzo che parla dell’amore, del dolore, della crudeltà con tanto lucido candore è un evento inconsueto nel panorama letterario italiano. Cinzia Tani sa trattare con inquietante familiarità le passioni più devastanti e i loro effetti sulle vite degli uomini. E conosce le vie segrete, spesso perverse, che legano le vicende più intime e private al grande dramma della storia. L’Insonne è destinato a rimanere indelebilmente impresso nella memoria del lettore.