DONNE DI SPADE
(Mondadori, 2019)
Bellissime, anticonformiste, spregiudicate, le donne di spade di questo nuovo avvincente romanzo di Cinzia Tani – secondo volume di una trilogia dedicata agli Asburgo – conquistano la scena muovendosi tra le maglie di un secolo, il Cinquecento, che sembra consacrato unicamente alla glorificazione di cavalieri, principi e sovrani. Maddalena, Flora, Agnes, Dorotea: in modo diverso, ciascuna si renderà protagonista della sua vita rivendicando fino alle estreme conseguenze il diritto alla propria libertà, in una vertiginosa oscillazione tra temerarietà e calcolo, orgoglio e ipocrisia, bisogno di amare e sentirsi amate e cieco desiderio di riscatto.
Un discorso a parte merita Ana de Mendoza, l’imperscrutabile rampolla di un influente famiglia spagnola, il cui mistero pare racchiuso nella benda nera che porta sull’occhio. Tanto abile a tirare di scherma quanto a tessere intrighi a corte, la sfuggente Ana ha gettato attorno a sé un potente incantesimo capace di soggiogare lo stesso re.
Cinzia Tani ci introduce nelle grandi corti d’Europa del XVI secolo, e lo fa con la consueta passione, svelandoci i meccanismi del potere politico, proprio mentre la Storia si appresta a celebrare il tramonto di Carlo V, l’imperatore del Sacro Romano Impero, e si fa teatro di una cruenta guerra di religione sotto la spinta di Filippo II, determinato a difendere a oltranza il cattolicesimo contro gli eretici e gli infedeli.
Intanto i fratelli Acevedo, Gabriel, Manuela e Sofia, le cui vite hanno preso direzioni molto diverse, a distanza di anni dall’omicidio dei genitori sono ancora in attesa di sapere la verità. Raimunda, la governante che ha assistito al delitto, ormai anziana, è finalmente pronta a rivelare tutto ciò che è accaduto quella notte.