STRINGIMI
(Piemme, 2011)
Sada Abe è distesa sul letto, sola, tra le mani l’ultimo ricordo del solo uomo che abbia amato. All’improvviso il silenzio che avvolge la stanza d’albergo in cui si è rifugiata si rompe in mille pezzi, un forte vociare e pesanti colpi contro la porta di legno: sono arrivati. Sono venuti ad arrestarla, a sbatterla in prigione, forse per sempre, per l’atroce crimine che ha commesso. Ma a lei non importa, scavando nel proprio cuore riesce a trovare solo indifferenza per il destino che la attende. L’arresto, la pena di morte non contano nulla, ora che lui non c’è più.
Si erano conosciuti pochi mesi prima, e fin dal primo istante si erano persi l’uno nell’altra. Avevano scoperto il sesso, il piacere, quello che toglie il respiro e strema le forze, si erano abbandonati l’uno nel desiderio dell’altra, dimentichi del mondo e delle proprie vite. Per Sada, però, quelle poche ore non erano abbastanza.
Cinzia Tani racconta la storia di Sada Abe, personaggio controverso sul quale il regista Nagisa Oshima girò, a metà degli anni Settanta, un film che suscitò scalpore e scandalo in tutto il mondo: Ecco l’impero dei sensi.
Nata a Tokyo in una famiglia benestante, viziata dalla madre che la preferiva agli altri figli per la sua bellezza, Sada era destinata a sposare un uomo del suo stesso ceto sociale se la violenza sessuale di cui rimase vittima a quindici anni non avesse dato un indirizzo diverso alla sua vita. Rifiutando l’ipocrisia di un mondo borghese che spingeva le giovani che perdevano la verginità a mentire ai futuri mariti, Sada scelse una vita da emarginata, nei quartieri a luci rosse, nelle case da té dove le geishe offrivano i loro servizi a facoltosi clienti, nei letti di numerosi amanti, solo per mantenere orgogliosamente la propria indipendenza.
Il delitto d’amore di Sada fu oggetto di scandalo e attenzione morbosa, di studi e dissertazioni nel Giappone degli anni trenta, quando il desiderio sessuale femminile veniva considerato un’aberrazione, una malattia. Definita l’incantevole fiore del male o la protagonista di una storia dell’orrore nell’inferno dei sensi, i giornalisti raccontavano come avesse conosciuto il sesso giovanissima ma nessuno scrisse che la prima esperienza era stata uno stupro.